Il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), sebbene in netto ritardo rispetto ad altri ordinamenti, ha previsto la stesura di un documento per la Blockchain ed i registri distribuiti contenenti le raccomandazioni per fornire una sandbox normativa alle imprese ed ai professionisti (sviluppatori) che operano nel mercato. A partire dal 20 luglio 2020, il MISE ha avviato una consultazione pubblica riunendo i massimi esperti sul tema, incluse associazioni ed imprese private; in particolare, durante la consultazione, come si apprende dalle osservazioni pubblicate dalle varie associazioni[1], ci si è concentrati sulla parte c.d. definitoria. La consultazione oltre ad avere assicurato che le definizioni contenute nelle raccomandazioni rispetteranno il principio di neutralità tecnologica ha stabilito che esse verranno elaborate in relazione gli standard ISO, le Linee guida Agid ed il GDPR, poiché trattandosi di una tecnologia molto complessa, secondo alcune analisi, le definizioni risulteranno molto tecniche e di difficile stesura. Nelle varie osservazioni pubblicate dalle imprese, nonché dalle associazioni che operano ormai da un paio di anni nel settore della Blockchain e delle DLT, si esprimono dubbi e timori riguardo la parte definitoria poiché la differenza tra Blockchain permissionless e Blockchain permissionled andrà ad incidere sui casi d’uso della stessa tecnologia[2]. Allo stesso tempo, grazie ad alcune interviste, il Ministero ha scongiurato il digital divided e l’approvvigionamento frenetico di software da parte della P.A. (come è successo nei mesi passati a causa dell’emergenza di COVID-19), assicurando il rispetto e del principio di trasparenza e del principio di sussidiarietà.
Il documento che presto verrà pubblicato dal Ministero rappresenta un orientamento per la politica e le attività legislative poiché il nostro ordinamento risulta carente principalmente dal il punto di vista normativo. Infatti, è necessario un aggiornamento delle definizioni scolpite nell’art. 8-ter del D.L. Semplificazioni ed è oltretutto necessaria una normativa ad hoc. Tuttavia, con la pubblicazione del documento si potrà procedere alla sperimentazione “normativa” specialmente in tema di identità digitale e servizi decentralizzati (a titolo esemplificativo si pensi alle attività concernenti il riconoscimento dei titoli di studio e professionali)[3]. Se le imprese private, da un lato, non si sono mai frenate dinnanzi lo sviluppo tecnologico (pochi giorni fa abbiamo visto la prima azienda in Italia approvare un bilancio grazie ai registri distribuiti), le pubbliche amministrazioni, a mio modesto parere, rappresentano il vulnus dello sviluppo. Tuttavia, alcuni modelli adottati per alcune professioni potrebbero risultare vincenti nel campo pubblico, a titolo esemplificativo e non esaustivo si potrebbe citare l’esperienza del notariato francese, il quale offre servizi (ai cittadini) di CRM accoppiati con Blockchain private (DLT) sulle quali è possibile concedere l'accesso riservato all'insieme di utenti che stanno avendo delle relazioni con il professionista”, ovvero che sono interessati alla pratica in oggetto[4]. L’innovazione francese è stata resa possibile principalmente grazie al sovereign identity (basato su crittografia) che le istituzioni locali hanno ormai diffuso all’interno della coscienza dei cittadini. Dunque, possiamo affermare che solo ed esclusivamente sulla base di definizioni normative con una terminologia essenziale si potrà realizzare il progetto di uno Stato digitalizzato. È necessario, infatti, quando si parla di identità e di identità digitale distinguere i due ambiti con chiarezza, possibilmente non confonderli specificando di volta in volta se si sta parlando dell’identità[5] (e.g., personale) o dell’identità digitale in senso lato (e.g., rappresentazione dell’identità personale attraverso i dati rilasciati da un individuo nel suo agire con l’infosfera e quindi un surrogato o un simbolo dell’identità personale[6]) o, ancora, dell’identificazione elettronica (e.g., SPID, si veda il regolamento eIDAS art.3, comma 1, punto 1 o la definizione del CAD di identità digitale come riportata nell’art. 1, comma 1, punto u-quater). Nell’attesa della pubblicazione dell’ultimo regolamento eIDAS, risulta centrale lo sviluppo ulteriore dei sistemi che garantiscono un’identità digitale, poiché necessari al funzionamento della tecnologia Blockchain nel settore pubblico.
Recentemente, il 10 settembre 2020, è stato pubblicato dallo stesso Ministero per lo Sviluppo Economico il documento OCSE sulle PMI e l’imprenditoria denominato “Blockchain per Start-up e PMI in Italia”. All’interno del documento vengono definite le potenzialità dell’ecosistema Blockchain nel panorama imprenditoriale italiano; infatti, viene precisato che “le PMI innovative del Paese stanno testando soluzioni DLT con l’intento di metterle al servizio di questi settori e alcune stanno iniziando a commercializzarle”, questo perché il panorama del Made in Italy “rappresenta un importante valore di mercato dove possono trarsi grandi vantaggi dalle qualità di trasparenza, sicurezza e tracciabilità offerte dalla tecnologia di riferimento” (https://www.oecd-ilibrary.org/economics/blockchain-per-le-pmi-e-gli-imprenditori-in-italia_bdbbb4ea-it). Nel documento OCSE viene approfondito il concetto dei vantaggi raggiungibili dall’utilizzo della tecnologia Blockchain, specialmente per le PMI, proprio perché queste ultime potrebbero trarre vantaggio da caratteristiche come trasparenza, tracciabilità, sicurezza, immutabilità, tempestività e possibilità di evitare il ricorso a soggetti intermediari. Anche se, tuttavia, molte imprese non hanno una conoscenza professionale sull’applicazione di tale tecnologia, l’Italia è tra i primi dieci paesi al mondo per progetti Blockchain; nella figura di seguito si può notare come le imprese italiane hanno applicato tale tecnologia per il settore di riferimento e dove si è sviluppata maggiormente. Anche se in netto ritardo rispetto ad altri ordinamenti, il Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto la stesura di un documento per la Blockchain ed i registri distribuiti contenenti le raccomandazioni per fornire una sandbox normativa alle imprese ed ai professionisti (sviluppatori) che operano nel mercato.
Quasi la metà delle aziende propongono servizi per le amministrazioni e di sostegno alle imprese, mentre molte altre offrono soluzioni destinate ai settori finanziario, agroalimentare, della catena di approvvigionamento e ad altri otto settori economici. Detto ciò, alcuni dei prodotti sono ancora in fase di sviluppo, ma le soluzioni nel campo della blockchain sembrano avere un forte potenziale per quei settori dell'economia italiana dove sono attive soprattutto PMI. Moltissimi altri dati vengono diffusi nel documento citato, tuttavia, dopo la consultazione pubblica, molti operatori attivi nel settore si sarebbero aspettati una risorsa documentale diversa.
Dalle considerazioni sino a qui fatte, possiamo concludere questo breve articolo con una considerazione finale, la strategia italiana dovrà necessariamente basarsi sulle definizioni di Blockchain, registro distribuito, decentralizzazione e identità digitale. Solo in questo modo il sistema paese sarà in grado di sfruttare al massimo gli effetti – sociali e fiscali – di questa tecnologia rivoluzionaria. Dunque, altro non possiamo augurarci che il MISE, sciolga i nodi politici e tecnici che sono venuti a galla durante la consultazione pubblica e dia il via libera per una attività legislativa in maniera più limpida possibile.
[1] A titolo esemplificativo e non esaustivo v. “Osservazioni alla Consultazione pubblica del Ministero
dello Sviluppo Economico: Proposte per la Strategia italiana in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain” – Studio Legale CDFR, LINKS Foundation, Flowe S.p.a., Soisy S.p.a., Credimi S.p.a., BitandCoffee, Fintech District, Labchain S.r.l., AssoFintech, Italia4Blockchain, Blockchain Italia S.r.l.;
[2] “RISPOSTA alla CONSULTAZIONE PUBBLICA promossa dal MISE sulla SINTESI DELLA STRATEGIA ITALIANA IN MATERIA DI TECNOLOGIE BASATE SU REGISTRI CONDIVISI E BLOCKCHAIN” – Legal Blockchain Lab (CRISFID – Unibo);
[3] Proposte per la Strategia italiana in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain - Sintesi per la consultazione pubblica – MISE;
[4] Blockchain: les impacts sur les métiers du notariat. (2018, aprile 19).
[5] si veda G. Finocchiaro Identità personale (diritto alla), nel Digesto delle discipline privatistiche, Sez. civ., Agg., Torino, 2010;
[6] L. Floridi, Il verde e il blu, Cortina Editore, 2020;